lunedì 25 giugno 2012

tecnica della marmorizzazione

La marmorizzazione (in inglese: Paper marbling) è una tecnica di decorazione cromatica su carta che imita, riproducendone le chiazzature di colore, una superficie di marmo.




Consiste nel porre un foglio di carta sulla superficie di un liquido appositamente preparato, ed è resa possibile grazie alle proprietà di liquidi diversi insolubili l'uno nell'altro.



I liquidi utilizzati sono l'acqua (che forma lo specchio per la creazione della tavolozza cromatica), pigmenti ad olio diluiti in trementina e bile di fegato bovino o suino.



L'olio e la trementina risultano per la loro natura insolubili in acqua e costituiscono la sostanza da veicolare sulla superficie del foglio da marmorizzare, mentre la bile ha una funzione tensioattiva, ovvero permette di rompere parzialmente la tensione superficiale dello specchio d'acqua.



La soluzione di pigmenti oleosi viene dunque deposta sulla superficie dell'acqua con schemi e disegni ordinati dall'artigiano. Solitamente si opera deponendo delle gocce. Successivamente queste gocce possono essere "tirate" utilizzando delle sottili assicelle le cui punte vanno ad intercettare le gocce di pigmento già disposte sull'acqua.



A questo punto non rimane che deporre il foglio da decorare sulla superficie, avendo cura di farvi planare il foglio in tutte le sue parti e di ritirarlo subito non appena questo mostra i segni dell'acqua che vi penetra (cioè quasi subito). Si pone poi ad asciugare per il tempo necessario.

È anche possibile immergere per pochi secondi un oggetto (es. un bicchiere, una sfera di polistirolo, ecc.) nel composto, e ritirarlo subito non appena si è creato l'effetto marmorizzato.



Comunemente, i prodotti realizzati con questa tecnica sono conosciuti come «marmo finto»: la tecnica stessa, che tende all'imitazione delle forme e dei colori presenti in natura, ha antichissime origini, in quanto alcuni reperti archeologici testimoniano la sua retrodatazione al tempo degli antichi Romani. Poco praticata nell'arco dei secoli successivi, è stata riscoperta poco prima dell'avvento del Liberty, ed ulteriormente sviluppata da movimenti culturali quali l’Arts and Crafts e l’Art nouveau.


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

sassi marmorizzati

sassi marmorizzati

domenica 24 giugno 2012

carte marmorizzate

carta riso marmorizzata

palle di natale

forse e' un po presto per cominciare a preparare articoli natalizi ! pero' io vado...piano e...allora eccomi qua con le prime palle di natale per il 2012 ! questa e' realizzata in biscotto ceramico marmorizzato a freddo ! 

mercoledì 20 giugno 2012

varieta' di argille

Le argille




L’argilla o la creta esiste già formata in sedimenti naturali, essi sono di due tipi: di argille primarie o secondarie, per le prime si tratta di argille formatesi e rimaste sempre sullo stesso posto, queste sono formate quasi esclusivamente composte da caolini. Per quelli di secondo tipo, invece, si tratta di sedimenti trasportati da agenti atmosferici, e depositatosi in altri posti. Durante questi spostamenti le argille si sono unite ad altre sostanze organiche e impurità minerali, che con la loro presenza hanno dato origine ad argille di diverso tipo, variandone sia il colore che le caratteristiche.



Tipi di impasti



Gli Impasti diventano tali quando si combinano delle argille naturali, più o meno raffinate e si mescolano ad altri componenti, per variarne le caratteristiche, quali: la durezza, il colore, la porosità, la plasticità, il punto di cottura e altre. Tutti gli impasti umidi più si stagionano e più aumentano le loro caratteristiche plastiche, a patto che durante la conservazione mantengano la loro umidità, che va’ di tanto in tanto controllata e mantenuta magari con l’aggiunta di una spruzzatina d’acqua. L’argilla va’ conservata in un foglio di nylon o simile, e comunque ben chiuso. L’argilla che durante la lavorazione diventa dura o si secca, si può sempre riciclarla, basta solo immergerla nell’acqua e quando avrà raggiunto l’umidità sufficiente, si impasta con le mani tipo pasta fatta in casa e si rimette assieme all’altra.



Terraglia dolce: è un impasto che dopo la cottura diventa bianco e con una buona porosità. Questo impasto è molto usato per la produzione di oggettistica, quale, vasi, basi lampada, sottovasi, scatole posacenere, cornici e molto altro, data la sua facile colabilità. Si presta molto bene al decoro sotto cristallina, per la sua superficie bianca e per lo stesso motivo e adatto alla invetriatura sia con vernici colorate che con smalti. Con l’impasto umido si potranno apprezzare la plasticità e la sua levigabilità. Riguardo ai difetti della terraglia, essa può dare problemi nella fabbricazione di piastre perché tende ad incurvarsi, in gergo “si imbarca”, poi sulla preparazione di grossi pezzi con impasto umido se restano intrappolate dentro delle bolle d’aria, durante la cottura facilmente faranno rompere il pezzo, un’altro difetto e che in pezzi con spessori diversi a causa dell’essiccamento e perciò del ritiro in tempi diversi, tende a rompersi.



Terracotta: è un impasto quasi del tutto naturale e dopo la cottura si presenta nelle varie tonalità del rosso marron, si presta molto bene al modellato data la sua ottima plasticità, i difetti che si possono riscontrare sono gli stessi della terraglia però in forma minore. questo impasto si può rifinire bene a smalto oppure, sfruttare il bel colore naturale solo lavorando sulla superficie, levigandola o al contrario rendendola più rugosa e creando cosi dei decori di grande effetto, sfruttando il contrasto di luci ed ombre sulla superficie. E’ molto usato nell’industria del vasellame per fioristi e anche nei decori e arredamenti di interni, specie di stile rustico e comunque anche nell’arredo moderno trova la sua giusta collocazione. Questo impasto inoltre è il più usato dai modellatori per ricavarne i modelli da cui poi trarne lo stampo.



Refrattario: per essere considerato refrattario l’impasto deve resistere ad alte temperature, fino a 1500° . A questo impasto di solito viene aggiunto un riempitivo o “chamotte” in francese, che consiste in impasto già cotto e macinato. Questo aumenta di molto la sua porosità e la sua resistenza allo shock termico, inoltre a minore tendenza ad “imbarcarsi” ed a rompersi durante l’essiccamento, teme poco anche la presenza di piccole bolle interne. Tutte queste qualità, unite alla ottima plasticità lo fanno molto adatto alla preparazione di grosse sculture anche da esterno. Molto usato anche come rivestimento di stufe dato, oltre alla sua resistenza a sbalzi termici la capacità di trattenere ed immagazzinare calore. Ha però una scarsa decorabilità con colori sotto cristallina, sia per il suo colore e anche per la superficie molto ruvida, comunque anche a questo si può ovviare con la preparazione di una buona base a ingobbio o a maiolica. si presta bene invece al decoro a smalti e ossidi.



Porcellana: forse il più raffinato degli impasti essendo la materia prima di cui è costituito, il caolino un’argilla bianca abbastanza rara e pura, trovandosi in natura in sedimenti che non hanno mai subito trasporti da agenti atmosferici e pertanto praticamente senza inclusioni di altri materiali. La caratteristica della porcellana è la sua superficie bianca e liscia che si ottiene cuocendola attorno ai 1250 gradi. Da sempre apprezzata anche per la durezza e impermeabilità. Altra importante caratteristica della porcellana è la percentuale di ritiro che l’impasto subisce da fresco fino a dopo la cottura che si aggira attorno al 20%, il ché lo rende adatto alla fabbricazione di oggetti tipo figurine, che vengono prima modellate in argilla rossa ad una grandezza tale da poterci lavorare comodamente e successivamente se né ricaverà lo stampo. Con lo stampo in gesso poi si potranno colare dei pezzi con la barbottina di porcellana che a ritiro e cottura avvenuta si saranno ritirati conservando tutti i particolari fin nei minimi particolari, tipo le dita sottili della mano di una damigella.



Grès: è un tipo di impasto usato principalmente nel settore della stoviglieria e pavimenti in quanto dopo una cottura a 1100 gradi e oltre, si ottiene un prodotto con una porosità che si aggira sul



2-3 %. Il suo colore va' dal bianco grigiastro al bruno e la superficie è opaca, una delle caratteristiche principali e la sua durezza e resistenza al graffio.



Grès Porcellanato : è un tipo di impasto molto simile alla porcellana e anche questo richiede una temperatura di cottura molto elevata attorno ai 1200 gradi. Il suo colore va' dal bianco grigiastro al bruno e la superficie è opaca una delle caratteristiche principali e la sua durezza e resistenza al graffio per questo motivo viene impiegato nel settore dei pavimenti e rivestimenti anche da esterno in quanto la porosità del prodotto scende fino allo 0%.



Oltre a questi impasti che fanno parte del termine più generico ceramica ci sono molti altri ma sono tutti derivati da quelli già menzionati, variando anche solo leggermente le loro caratteristiche per farne degli usi particolari.



argilla

PREPARAZIONE DELL'IMPASTO ARGILLOSO


L'argilla, prelevata dalla cava, viene trasportatata nell'azienda e viene sistemata in una apposita aia dove subirà una stagionatura di circa un anno durante il quale, le sostanze organiche ancora presenti, possono trasformarsi a seguito del processo di ossigenazione favorito dal susseguirsi degli agenti atmosferici. Dopo la stagionatura viene prelevata e portata in un grosso Scioglitore o Turbodissolutore dove si scioglierà con l'acqua che ha il compito di effettuare il lavaggio dell'argilla e di disperdere i sali solubili.

A seguito della scioglitura, l'impasto liquido di argilla viene fatto passare in un apposito Setaccio vibrante, che ha lo scopo di trattenere le impurita' presenti nell'argilla e le particelle più granulose. Setacciata viene convogliata in una fossa di contenimento dove un Agitatore lento la mantiene costantemente in sospensione evitando che si depositi sul fondo. Dalla vasca di contenimento, mediante una Pompa a Membrana viene condotta e compressa in una Filtropressa costituita da un insieme di piastre rivestite da teli filtranti che permetto la separazione dell'acqua dall'argilla ed il rassodamento di quest'ultima. Dopo un tempo di 6/8 ore l'argilla viene tratta fuori dai dischi e portata alla fase di impastamento e degassazione, attraverso delle apposite macchine chiamate Impastatrici-degassatrici nelle quali l'argilla viene omogeneizzata in assenza di aria.

materiali

parlando di materiali...cominciamo con i 2 tipi di argilla con cui lavoro piu' spesso : la bianca e la "rossa"